LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Annamaria Pambianchi
|
||||||
Senza segno di riconoscimento a tre anni dentro una bara, da solo, mi hanno deposto e sopra hanno scritto numero novantadue in luogo del mio nome ignoto. Chi è che urla così forte dentro il ventre vorticoso del fiume ? Dov’è la mia capretta? Chiamo la mamma molte volte Ma lei non mi risponde. Sono qui – avvertitela - vi prego. Portami, mamma, nel luogo che tanto mi hai promesso. Chi è che urla così forte dentro il ventre vorticoso del fiume? Non trovo la scimmietta. Dove sto non voglio stare. Ci starei solo in braccio a mamma. Ma dove, dov’è andata? Mi brucia la gola a chiamarla ancora. Per favore, mi prestate la voce? Chi è che urla così forte dentro il ventre vorticoso del fiume? A salvarmi un asinello ci vuole. Verrà se le dite che sono Hailù. Senza di me non può esser lontana, senza di me, il suo piccolo principe. Lei sorride quando mi guarda. Senza di lei, ho il batticuore. Chi è che urla così forte dentro il ventre vorticoso del fiume ? Molto spero d’incontrare il leone. Oltre la vita ad accompagnarmi la mia gente, ma non la mamma a benedirmi, e a baciarmi in fronte. Al cimitero mi porteranno quelli che non m’hanno salvato. Chi è che urla così forte dentro il ventre vorticoso del fiume? Potete prendermi per mano? Tu, bocciolo reciso da una guerra innominata, tu dalla celeste savana dei leoni e degli asinelli, ti prego, spegni la stella in memoria d’ogni gemma divelta. Vestitevi a lutto, luna e sole. Tacete, alberi e foglie. Scendi, pioggia, senza rumore. Sospendi, crudo mare, onda e furore. Di pianto sia stillante ogni voce. |
|